Andata ottavi: decide il colombiano al 12' della ripresa dopo due occasioni per Higuain e una fallita da Albiol. Ma prima aveva salvato due volte Reina ed era stato annullato un gol regolare a Carlos Eduardo.
Reina: risultato brutto ma giusto
Napoli, la confessione di Hamsk: Mi sono perso
Stavolta, nemmeno la fortuna è servita per evitare al Napoli la sconfitta. Ma nulla è compromesso, tra sette giorni al San Paolo ci sarà l’incontro di ritorno e il collettivo di Benitez dovrà segnare due reti per qualificarsi ai quarti d’Europa League.
Benitez dopo il ko: Ho sentito De Laurentiis, è tranquillo
Al ritorno De Laurentiis vuole un San Paolo stracolmo: dimezzati i prezzi dei biglietti
Un
San Paolo stracolmo, indipendentemente dal risultato in Portogallo:
colpo a sorpresa di De Laurentiis che senza aspettare che cosa succede
al «Dragao» ieri mattina decide di sforbiciare i prezzi dei biglietti
scatenando la bagarre sul web. All’inizio c’è stato perfino chi si è
lamentato: è il popolo dei previdenti, di quanti non si sarebbero persi
il Napoli in Europa League per nulla al mondo e avevano acquistato in
largo anticipo i preziosi tagliandi per la gara di giovedì prossimo in
modo da essere in prima fila al San Paolo alle 21,05.
Un diluvio di critiche sentendosi gabbati dalla decisione del Napoli Calcio di ridurre, fino a dimezzare, i prezzi dei biglietti. Una vocazione alla critica tutta neapolitana, visto che il comunicato ufficiale della società spiega che chi ha pagato di più può ottenere un rimborso o un bonus per la prossima partita. Tutto è partito da lui, dal vulcanico presidente. Aurelio De Laurentiis già mercoledì aveva detto di tenerci davvero all’Europa League, spesso disprezzata in passato: «Voglio fare ancora molta strada in questa coppa, tanto che ho già fissato prezzi popolarissimi per il ritorno di giovedì prossimo perché voglio che ci sia una bolgia ad accogliere il Porto».
Detto, fatto: ieri mattina i prezzi dei biglietti sono finiti in pezzetti. Una scommessa per tutti, a partire dalla stessa società, visto che ci volevano ancora alcune ore per disputare la partita del «Dragao». Una giocata «al buio», come si fa a poker, perché il match del San Paolo di giovedì prossimo potrebbe essere determinante, e quindi comunque da tutto esaurito, o critico o irrilevante a seconda del risultato ottenuto all’andata. Comunque la scommessa è andata: 9 euro per una curva, 15 per i Distinti, 25 per un posto nella tribuna Nisida, 35 per la Posillipo, 80 per andare in tribuna d’onore, 5 per la tribuna Family.
Senza danneggiare nessuno, visto che per quanti hanno già acquistato i taglianti c’è la possibilità o di cambiare il ticket prendendone uno nuovo dal prezzo più favorevole, o ottenere un rimborso o infine di ottenere un tagliando omaggio per la partita di campionato con la Fiorentina di domenica 23 marzo. E a prezzi ribassati ieri sono già partite le prime richieste deitagliandi, un’occasione da non perdere a prezzi una volta tanto ribassati. E dopo l’1-0 di ieri diventa ancora più importante avere un San Paolo pieno per il ritorno in Europa League. Il Mattino.
Rafael Benitez, tecnico del Napoli, ai microfoni di Mediaset ha commentato la sconfitta contro il Porto: "Nel secondo tempo siamo stati più intensi, abbiamo creato le situazioni per fare gol. Loro hanno segnato dopo tre occasioni nostre. Non sono contento del primo tempo, abbiamo fatto meglio nella ripresa.
Ora ci sarà la sfida del San Paolo in cui potremo fare la differenza.
nel primo tempo abbiamo lavorato bene in fase difensiva, ma mancava
precisione nelle ripartenze. Gol del Porto regolare? Lo vedo più tardi,
la sfortuna nostra è che loro hanno segnato nel nostro momento migliore.
Ha sentito De Laurentiis? Si, è tranquillo, ha fiducia che ce la faremo
al San Paolo".
Due
mani grosse come badili e larghe come padelle tengono aggrappati (e non
poco) il Napoli ai quarti dell’Europa League. Sono quelle di Pepe Reina
che salva gli azzurri dalla caduta devastante che poteva mandarli
subito a casa. E lo fa contro ogni legge della fisica: prima con una
mossa ghepardesca su Jackson Martinez; poi con un altro capolavoro su un
missile terra-aria che ha solcato il cielo del Portogallo prima di
finire sulle dita della sua manona sinistra.
«Il risultato è brutto e giusto». Dice «malo» che significa cattivo letteralmente e probabilmente dà ancor di più il senso di quello che passa per la testa del numero uno partenopeo. È sempre un concentrato di lealtà questo portierone che è arrivato da Liverpool e che a Liverpool rischia di tornare se il Napoli non gli offrirà quel triennale che Pepe sta chiedendo a bassa voce ma con una certe insistenza. «Non mi va di prendere in giro nessuno, non è stata una partita buona per noi. Quando loro avevano il possesso di palla noi abbiamo sofferto perché abbiamo avuto dei problemi nelle ripartenze. Ma è chiaro che abbiamo fatto poco, troppo poco ieri sera per poter uscire dal campo con un risultato positivo. Il Porto è una grande squadra, lo sappiamo, però noi dovevamo fare di più e meglio». L’unico dragone napoletano nello stadio dei dragoni è stato lui. Servirà? «Non siamo ancora eliminati, anzi al San Paolo giocheremo a testa alta: avremo il sostegno del pubblico napoletano che è sempre capace di darci una marcia in più. Per me sarà importante vedere lo stadio pieno, spero che la gente venga numeroso».
Intanto la «marcia in più» a Oporto si chiama Reina. Ormai è una divinità, un totem, un arcangelo delle porte chiuse. Che poi il portiere sia troppo spesso – negli ultimi tempi – il migliore della squadra, non è una gran cosa per la squadra medesima. «Stavolta il gioco non c’è stato: non siamo mai stati capaci di costruire una buona azione, abbiamo troppo spesso perso palla velocemente subendo poi le loro ripartenze. L’1-0 non è un buon risultato, non è facile ribaltare questo risultato. Ma se pensiamo a come abbiamo evitato un passivo peggiore, bisogna essere contenti per questo risultato». Detto da lui, il leader maximo del gruppo significa che il Napoli si sforza di vedere il bicchiere mezzo pieno. «Le parate? Sono una cosa normale, io faccio il portiere». Inguaribile ottimista: se fai il portiere e hai davanti una difesa del genere, non c’è altra scelta. Reina d’altronde è uno che le cose non le manda a dire. Mentre il Napoli festeggiava il passaggio del turno con lo Swansea lui con un muso lungo come le sue manone spense gli entusiasmi: «Meritavamo di perdere 4-1, altro che vittoria!».
Ieri sera, allo stadio Do Dragao, le padelle di Pepe sono entrate in azione dopo poco più di dieci minuti: Martinez è solo, incrocia il tiro ma il nostro respinge, come se avesse le lame rotanti di Goldrake in azione: Reina il migliore, ancora una volta. Più invecchia, più diventa buono. Ad affondarlo proprio uno di quelli che poteva essere suo compagno nel Napoli, Jackson Martinez. Il colombiano gongola a fine gara: «La qualificazione è nelle nostre mani, sono felice per questo successo che mette fine al nostro periodo di crisi, adesso guardiamo con ottimismo alla gara di ritorno. Il Napoli è davvero una buona squadra, ha avuto molte occasioni per fare gol ma noi nell’arco dei novanta minuti meritavamo di farne anche di più. L’1-0 ci va stretto: senza Reina sarebbe finito molto peggio per loro». Il Mattino.
Il Napoli ieri ha perso una
brutta partita. Un po' Pepe Reina un po' l'arbitro, gli hanno permesso
di fruire di una seconda chance al San Paolo. Un ppuntamento da non
fallire. L'emblema partenopeo è Marek Hamsik, fenomeno vero, campione
riconosciuto, che si è perso.
Lo slovacco deve ritrovare la gioia del gol e la serenità di chi ha i
numeri per cambiare le partite in corsa. L'occasione più ghiotta sarà
proprio il ritorno contro il Porto. Tutto è aperto, soprattutto con un
San Paolo da tutto esaurito. Hamsik ci sarà, e dovrà trascinare la
squadra dimenticando al più presto i musi lunghi di ieri sera. A
riportarlo è Il Mattino. Tmw.
Napoli-Roma non è una gara ’normale’ per Aurelio De Laurentiis,
presidente del club azzurro che ha twittato prima e dopo la vittoria
contro i giallorossi. La scaramanzia è una cosa seria per il numero uno
partenopeo, il quale – visto l’esito del match di ieri – continuerà a
twittare prima e dopo le prossime gare con la speranza che il Napoli riesca a ripetere il risultato di ieri.
NAPOLI - Rafa Benitez, allenatore del Napoli, ha parlato
ai microfoni di 'Sky Sport' dopo la vittoria contro la Roma: "Non
abbiamo vinto in tante gare giocate bene. Vincere così oggi contro una
squadra come la Roma deve renderci contenti.
Abbiamo perso Behrami e
Jorginho in mattinata, ma la squadra ha fatto uno sforzo fantastico per
vincere, giocando sempre con l'idea di fare gol, in qualsiasi momento.
Abbiamo sofferto qualche ripartenza su palle perse da noi, ma l'idea era
di attaccare. Al di là dei meriti nostri o loro ci sono state
opportunità da entrambe le parti, e non avevamo vinto in tante gare
giocate bene, quindi ripeto che dobbiamo essere molto contenti".
TIFOSI
- "Sono al nostro fianco e l'abbiamo visto tante volte. Dipenderà da
noi fare meglio e saperli motivare. Credo che siano soddisfatti perchè
proviamo sempre a giocare un buon calcio. Abbiamo fatto tante cose
questa stagione".
HAMSIK - "Ci ho parlato del suo calo. Credo
che lo abbiamo impiegato pian piano dopo l'infortunio, e che stia
facendo un grandissimo sforzo. Per me non è un problema: se continua a
sforzarsi e a giocare per la squadra sappiamo che ha qualità e farà
gol'.
REINA - "Parlare in Italia di un portiere vecchio a 32
anni mi sembra strano (sorride, ndr). Lui legge molto bene la partita ed
è un elemento di massimo livello. In Premier League era tra i migliori
al mondo nel suo ruolo, e qui si vede il suo valore". HIGUAIN - "Lui
non fa solo gol, ma tutto, dai movimenti agli assist. Abbiamo un attacco
mobile, in grado di fare la differenza in ogni partita".
CalciomercatoIT.
L'11 febbraio aveva lanciato le danze per la rimonta del Napoli nella
semifinale di ritorno di Coppa Italia, stavolta le ha riaperte invece
per la lotta al secondo posto, che poi vale la Champions diretta. E
proprio come quell'11 febbraio Callejon ha "matato" la Roma di testa,
anche se stavolta a condurre il gioco sono stati prevalentemente i
giallorossi, con i padroni di casa pronti a ripartire a più riprese. La
squadra di Garcia a conti fatti paga il solito scarso cinismo sotto
porta, quella di Benitez probabilmente raccoglie più del dovuto, ma
tanto basta per riaprire i giochi fino alla fine per la piazza d'onore,
alle spalle della Juventus. Già, perché da stasera i bianconeri in tasca
hanno molto più di un pezzo di scudetto, quasi tutto il tricolore.
giallorossi sciuponi — Memore del 3-0 subito in Coppa Italia, Garcia passa dalla Roma ultraoffensiva della semifinale di ritorno ad una più coperta ed equilibrata, con Romagnoli per Torosidis, due mediani davanti alla difesa e nessuna punta di ruolo (Destro e Ljajic in panchina, dentro Bastos). Benitez, invece, a centrocampo deve rinunciare a Behrami (fastidio al ginocchio) e Jorginho (attacco influenzale) ed alla lunga ne pagherà il conto in termini di fantasia ed intensità. Se il primo tempo si chiude sullo 0-0, infatti, è solo perché la Roma si conferma poco cinica: Gervinho ha subito due ottimi palloni ottimi, Benatia al 25' si vede annullare per fuorigioco (giusto) il vantaggio di testa, ancora Gervinho spreca (37') a botta sicura una magia di Pjanic e cinque minuti dopo è Reina a salvarsi (con l'aiuto della traversa) su un esterno da fuori di Bastos. In mezzo per i giallorossi tanto gioco, in una partita in cui la squadra di Garcia tiene costantemente il pallino del gioco, nonostante dopo 11' debba rinunciare anche a Strootman: l'olandese si fa male al 7' in un contrasto con Dzemaili, dovendosi arrendere 4 minuti dopo, quando tracolla a terra per la distorsione al ginocchio sinistro (in nazionale si era fatto male al destro, si teme un interessamento ai legamenti, domani esami strumentali). Ed il Napoli? Tanta confusione, troppe verticalizzazioni ed un Mertens che prova a mettere paura in velocità (al 39' salvataggio di Benatia a 20 metri da De Sanctis) negli spazi che inevitabilmente si aprono quando la Roma prova spingere. Prima del fischio finale, però, anche la squadra di Benitez si rende pericolosa con Mertens, sul cui destro a giro è bravo De Sanctis.
torero decisivo — La ripresa si apre con i giallorossi ancora a fare gioco, anche se stavolta è il Napoli ad andare vicino al gol nei primi 9' in ben tre occasioni; prima con una saetta da fuori di Mertens, poi con Callejon che a porta spalancata spara su De Sanctis e infine con Higuain che di controbalzo calcio alto un bel pallone di Mertens. La partita allora diventa più equilibrata, Maicon al 15' sfiora il vantaggio (bravo Reina), 4 minuti dopo è Callejon a mettere paura a De Sanctis, al 29' è invece Florenzi a mancare di un soffio la deviazione vincente di testa, su traversone di Maicon. Nel frattempo Benitez toglie un evanescente Hamsik e si gioca la carta Insigne, anche perché con il passare dei minuti la Roma perde compattezza e gli spazi dove andare in velocità aumentano. Ed infatti al 36' il Napoli passa con Callejon, che di testa insacca un cross millimetrico di Ghoulam e si fa perdonare l'erroraccio precedente. L'ultimo brivido è un destro da fuori di Maicon che sfiora l'incrocio, poi non c'è più spazio per nulla, se non per il fischio finale di Rocchi. Vince il Napoli, la lotta per il secondo posto è ufficialmente riaperta.
NAPOLI-ROMA 1-0 (0-0)
MARCATORI Callejon al 36' s.t.
NAPOLI (4-2-3-1) Reina; Maggio, Fernandez, Albiol, Ghoulam; Dzemaili (dal 16' s.t. Henrique), Inler; Callejon (dal 40' s.t. Pandev), Hamsik (dal 28' s.t. Insigne), Mertens; Higuain (Colombo, Doblas, Reveillere, Britos, Radosevic, Bariti, Duvan). All. Benitez.
ROMA (4-2-3-1)
De Sanctis; Maicon, Benatia, Castan, Romagnoli (dal 39' s.t. Destro);
Nainggolan, Strootman (dal 12' s.t. Taddei); Florenzi (dal 30' s.t.
Ljajic), Pjanic, Bastos; Gervinho (Lobont, Skorupski, Toloi, Dodò,
Torosidis, F. Ricci, Mazzitelli). All. Garcia.
ARBITRO Rocchi di Firenze.
NOTE Ammoniti Maicon per simulazione, Callejon per
comportamento non regolamentare, Taddei per scorrettezze. Angoli 3-4.
Recupero: 3' p.t., 3' s.
Altra occasione persa per il Napoli di Benitez : prestazione opaca e secondo posto che sembra sempre di più un miraggio.
Reina 5,5 : Se gli venisse aggiunto tramite photoshop un pannolone, il replay dell'autogol sarebbe la migliore pubblicità della pampers di sempre.
Britos 5 : Fa reparto da solo: terapia intensiva.
Fernandez 5,5 : Mezzo punto in più perché ha vicino Britos
Ghoulam 6,5 : Non lo fermassero sempre al controllo terrorismo in aeroporto, sarebbe quello della rosa che dà meno fastidio.
Maggio 4 : Fosse stato in un supermercato, lo speaker ne avrebbe chiamato i genitori perché se lo andassero a riprendere.
Inler 5,5 : Non resta che sperare che si abbassi di venti cm, gli crescano i capelloni e, perché no, diventi cocainomane.
Giorgino 6 : Cerca di mettere ordine ed equilibrio, ma lo sforzo è vano, come quello di Paolo Villaggio nel primo tempo di " Io speriamo che me la cavo "
Callejòn 5 : Incide sulla partita con un effetto fiala puzzolente: all'inizio si sente un pochino, poi piano piano scompare e di lui non resta che un vago ricordo.
Hamsik 5 : Smidollato. Se invece che impegnato in un match si fosse trovato sul set di Full Metal Jacket, dopo i primi venti minuti il sergente Hartman gli avrebbe domandato: "Soldato Marek, i tuoi genitori hanno anche dei figli normali?".
Mertens 6,5 : Come al solito ci si aspetta che qualcosa scaturisca da lui, visto che i compagni hanno la stessa reattività di Diprè durante le sue interviste.
Pandev 4,5 : A breve lo ritroveremo a commentare i lavori nei cantieri edili dalle 10 di mattina.
A cura di Giuseppe Bertucci
"La grande bellezza" vince l'Oscar: con Sorrentino la statuetta torna in Italia.
Grazie
al film il nostro paese conquista di nuovo una statuetta. Non succedeva
da quindici anni, dai tempi di "La vita è bella". Il regista ringrazia
Fellini, Scorsese e Maradona: "Sono stati loro le mie fonti
d'ispirazione"
La grande bellezza vince l'Oscar come miglior film straniero. Era da 15 anni, dal 1999, che l'Italia non agguantava la statuetta. L'Italia ha sconfitto i rivali più temibili, il belga Alabama Monroe e il danese Il sospetto di Thomas Vintenberg. Il regista Paolo Sorrentino, visibilmente emozionato, sale sul palco insieme al protagonista Servillo e al produttore Giuliano: "Grazie a Toni e Nicola, grazie agli attori e ai produttori. Grazie alle mie fonti di ispirazione, i Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona. Mi hanno insegnato tutti come fare un grande spettacolo. Che è la base per il cinema. Grazie a Napoli e a Roma, e alla mia personale grande bellezza, Daniela e i nostri due figli. Sono molto emozionato, questa vittora era tutt'altro che scontata. Gli altri film erano forti, mi sento felice e sollevato", dice il regista.
Fonte: La Repubblica
Spreca
una buona opportunità, il Napoli, per accorciare sulla Roma e
avvicinarsi al secondo posto. Le difficoltà evidenziate nelle ultime
settimane, sul piano del gioco e della condizione, le ha confermate pure
contro il Livorno: finisce 1-1 e gli azzurri restano a -6 dai
giallorossi come lunedì scorso dopo il pari col Genoa.
le scelte — C'è Pandev al centro dell'attacco napoletano, privo di Higuain squalificato. Di Carlo, invece, schiera per la prima volta dall'inizio Belfodil. Il Napoli parte deciso, non vuole correre rischi: il pareggio della Roma e l'idea di ridurre di due punti lo svantaggio dal secondo posto rappresentano qualcosa in più di un semplice stimolo. La spinta di Mertens e Callejon, sugli esterni, è continua, mentre è fragile l'azione del Livorno che si affida ai lanci dalla difesa per Belfodil e Paulinho. Mbaye, all'11', spaventato dalla presenza ravvicinata di Pandev, tenta di rinviare la palla, goffamente, e la stessa finisce contro la traversa. C'è tanto Napoli in questa prima fase della partita, ma il vantaggio arriva soltanto per una grossa ingenuità di Ceccherini che spinge Pandev in area pur essendo in vantaggio sul pallone: Mazzoleni fischia il calcio di rigore che Mertens trasforma (32').
ERRORE REINA — La reazione del Livorno c'è, ma senza sostanza. Greco e Biagianti lavorano un buon numero di palloni, ma Reina resta inattivo. E nell'unica azione in cui gli avversari gli arrivano a pochi metri, lui commette l'errore di spingere la palla in rete dopo aver respinto il colpo di tacco di Mbaye (39'). Un autogol che rimette in partita il Livorno.
PIù LIVORNO — Nella ripresa, il Napoli perde la reattività e concede tanto spazio alla manovra dei toscani. Greco, dal limite, calcia di sinistro (4'), ma Reina blocca. Il Livorno spinge con maggiore convinzione adesso ed è Belfodil (14') a sprecare da buona posizione ritardando il tiro. L'occasione più clamorosa, in ogni modo, capita sul destro di Paulinho: la conclusione di prima intenzione viene respinta da Reina. Ad un minuito dal termine, invece, Zapata manca l'impatto con la palla a pochi metri da Bardi, su cross di Mertens. E il Napoli manca ancora una volta l'appuntamento con una piccola.
NAPOLI (4-2-3-1): Reina;
Maggio, Fernandez, Henrique, Ghoulam; Inler, Jorginho; Callejon, Hamsik
(dal 37' st. Zapata), Mertens; Pandev (dal 25' s.t Insigne). (Colombo,
Contini, Britos, Reveillere, Radosevic, Dzemaili, Bariti). All. Benitez
Livorno-Napoli 1-1
(primo tempo 1-1)
MARCATORI: Mertens (N) su rigore al 32' p.t., autogol di Reina (N) al 39' p.t.
LIVORNO (3-5-2): Bardi;
Ceccherini, Emerson, Coda; Mbaye, Benassi, Biagianti, Greco (dal 37'
s.t. Duncan), Mesbah; Belfodil (dal 32' s.t. Emeghara), Paulinho (dal
46' s.t. Castellini).(Anania, Aldegani, Piccini Gemiti, Valentini,
Biagianti, Bartolini, Rinaudo, Mosquera, Borja). All. Di Carlo
ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo
NOTE: Spettatori 11.803 per un incasso di 151.773,31. Ammoniti: Benassi, Mbaye, Britos, Maggio per gioco scorretto.
ll tecnico accusa i suoi giocatori dopo il pari di Livorno: "Se non vinciamo queste partite... Higuain? Non dipendiamo da lui".
I punti persi contro le piccole (considerando tali anche Parma e Udinese) salgono a 20: un'enormità.
Il pari di Livorno accresce ulteriormente i rimpianti del Napoli, capace di grandi exploit (come in coppa Italia con la Roma, ma anche in campionato contro il Milan per non andare troppo indietro nel tempo) e di clamorose frenate. Così Benitez perde la pazienza: alla vigilia aveva ricordato la finale di Istanbul con il Liverpool, di sicuro, ma per motivi opposti, farà fatica a dimenticare anche la gara del Picchi.
l'analisi — "Era una partita che avremmo dovuto vincere e c'è rammarico. Nel primo tempo - ha spiegato il tecnico a Sky - la squadra ha avuto il controllo della gara e avremmo dovuto finalizzare maggiormente la mole di gioco. Ora preferisco non parlare della classifica ma di una partita alla volta, se non vinciamo queste partite è impensabile parlare di piazzamenti. Sono deluso da tutti. Vice Higuain? Non dipendiamo da Gonzalo, ma dalla determinazione".
Fonte: Gazzetta dello Sport
In Curva B è apparso uno striscione sulla tanto discussa maglia gialla del Napoli...